I team professionali sono di diversi tipi, anche molto differenti tra loro: spaziano dal Reparto Corse della Ferrari alla Nazionale Italiana di rugby, dai Navy Seal americani alla London Symphony Orchestra, da una squadra di Vigili del Fuoco a un reparto ospedaliero di Oncologia Pediatrica.
Sembra difficile individuare delle doti comuni in team così differenti, ma in realtà ognuno di questi gruppi ha una necessità prioritaria: essere guidato da un abile leader.
Un tipo di leader che rappresenta una tipologia poco analizzata, mentre è invece del massimo interesse, è il direttore d’orchestra.
È curioso notare che, nonostante questa figura sia molto ammirata, è poco trattata al di fuori dell’ambito musicale. Ed è un errore, poiché la sua funzione è quella di armonizzare i componenti di un gruppo eterogeneo di professionisti quali strumentisti, cantanti, coristi e, nei musical o nei melodrammi (in collaborazione con registi e altri maestri) anche artisti coreutici. I direttori d’orchestra hanno sempre acceso la fantasia delle folle, in particolare nella musica sinfonica, dove il palco dal quale il Maestro governa con i suoi gesti tutti i professori dell’orchestra è la cosa più appariscente nelle sale da concerto. Quando è vuoto segnala la vistosa assenza del leader e quando questi fa il suo ingresso, elegantissimo e nobile, affascina tutti.
Spentisi gli applausi di rito, quel suo imporre, solo alzando la bacchetta, un irreale silenzio, dà il senso del suo importante ruolo. Poi, con un cenno, fa prendere vita al gruppo, descrivendo la musica con gesti che sembrano rondini in volo. E prosegue la magia.
Alcuni pensano che, senza di lui, l’orchestra non potrebbe suonare, altri dicono che questo è un ruolo sopravvalutato ed è una figura quasi inutile, tanto non lo guarda nessuno, attenti come sono a leggere lo spartito. Ma la verità è che l’attività fondamentale di un direttore non avviene nel momento dell’esecuzione pubblica, avviene tutto prima, nelle prove, quando il direttore svolge il suo vero lavoro che risiede nell’impostazione del brano da eseguire, sull’andamento, sul tempo e sulle dinamiche esecutive. Nelle lunghe ore di prove illustra la propria impostazione generale del brano, alcune volte sostituisce dei professori che ritiene inadeguati e ne seleziona altri con abilità.
Dalle tecniche di un direttore d’orchestra quali spunti si possono traslare ai compiti di un direttore d’albergo? Molti, davvero tanti più di quanto si pensi.
Peter Drucker afferma che un vero leader sa valorizzare le abilità di ogni componente dello staff e rendere le loro debolezze irrilevanti, sino a farle scomparire. Un leader presuppone un seguace, questi presuppone una scelta;
chi è costretto a preferenze altrui, non è un seguace, è un oggetto di manipolazione. Quindi un vero leader non è costretto a comandare e un vero seguace non è costretto a seguire.
Bruce Tuckman (professore di psicologia educativa alla Ohio State University) ha individuato le fasi che scandiscono le dinamiche di un gruppo:
1) Forming: Il team si sta formando. 2) Storming: il team si sta confrontando. 3) Norming: il team inizia ad operare e darsi delle regole su come procedere. 4) Performing: il team inizia a portare i risultati e a capire che questi sono dovuti al lavoro del gruppo ed alle caratteristiche dello stesso piuttosto che al lavoro del singolo.
Come nel lungo periodo dedicato alle prove di un’orchestra, anche il leader di un gruppo alberghiero mette in atto lo stesso processo di amalgamazione. Ma, mentre un manager si applica per far funzionare “il presente”, il leader, oltre a gestire l’attualità, guarda al futuro.
Per prima cosa insegna i principi di autogestione, poiché un team efficiente è in grado anche di gestirsi in gran parte da solo; un leader sa far funzionare la comunicazione interna, condividendo i successi ma anche affrontando e risolvendo i momenti di crisi, così come sa far esprimere tutti su quanto è accaduto, raccogliendo proposte per risolvere il problema, in particolare dai più giovani del team poiché sono quelli che, più di altri, sono meno influenzati dalle tecniche del passato.
Infine un leader sa armonizzare il gioco delle individualità, perché ogni membro dello staff, nell’affermare la sua personalità, non deve agire in contrasto con l’armonica crescita del gruppo. Se coinvolti nel processo decisionale, i membri del gruppo si sentono più potenti e importanti, poiché questo aumenta la loro soddisfazione. Come afferma Gilles Pajou, “leader è colui che riesce a creare un mondo al quale le persone desiderano appartenere”.